Recentemente è stato pubblicato un articolo su Journal of Nutrition in cui è stato affrontato il tema della fertilità femminile legata anche all’alimentazione. (Rif. Bibl.)
Sono state analizzate le abitudini alimentari di 259 donne in età fertile (età media 27 anni), associando il consumo di latticini alle concentrazioni di ormoni nel sangue e al tasso di ovulazione.
Per “latticini” lo studio ha inteso qualsiasi tipo di prodotto caseario: latte (intero e scremato), formaggi, panna, yogurt e creme derivate da questi prodotti (come ad esempio il gelato). ?
I risultati sono stati estremamente interessanti, e si possono sintetizzare in tre punti:
– I ricercatori hanno registrato una diminuzione del 5% dei livelli sierici di estrogeni per ciascuna porzione di latte e latticini, sia magri che interi; tuttavia, questo fattore non sembra influenzare l’ovulazione. Se ne ricava che il consumo di qualsiasi tipo di latte e derivato del latte è controindicato per quelle donne che hanno bassi livelli di estrogeni nel sangue (condizione frequente in caso di amenorrea), poiché i livelli si abbasserebbero ulteriormente per ogni porzione consumata.
– Il consumo di yogurt, di panna e di derivati dalla panna (ad esempio alcuni gusti di gelato, come il fiordilatte, e dolci come bavaresi e semifreddi) è invece direttamente associato ad un maggiore rischio di cicli anovulatori.
– I latticini ricchi di grassi (come ad esempio panna, mascarpone, mozzarella e formaggi grassi) sono associati ad una maggiore concentrazione di ormone luteinizzante (LH) nel sangue. Pertanto, se si soffre di un disequilibrio ormonale per il quale i livelli di LH sono eccessivamente elevati sarebbe conveniente eliminare prodotti caseari ad elevato contenuto lipidico; ricorda ricordare che l’eccesso di LH comporta problemi di ovulazione: normalmente LH dovrebbe essere inferiore rispetto a FSH (a parte in determinati giorni del ciclo a ridosso dell’ovulazione). Viceversa,se il problema è di insufficienza luteale i latticini grassi possono venire in vostro aiuto (purché da allevamenti non intensivi).
E’ importante sapere se si è intolleranti al lattosio e il test genetico intolleranza al lattosio può venire in aiuto.